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BookSprint Edizioni Blog

20 Ott
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Intervista all'autore - Marcello Figoni

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nato a Savona, città in cui sono cresciuto e dove ho abitato ininterrottamente per i primi venticinque anni della mia vita, quando mi sono trasferito nell'entroterra. Ho vissuto in “cattività” per qualche anno, poi il richiamo della mia città è stato troppo forte e sono stato costretto a ritornarvi. Ho sempre avuto un legame molto forte con Savona e con tutta la Liguria. La passione per i miei luoghi natii ha modellato il mio carattere e, probabilmente, ha anche influenzato il mio modo di scrivere.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Durante l'adolescenza ho letto “Dracula” il famosissimo romanzo di Bram Stoker e, devo ammettere, che tale lettura ha accresciuto la mia passione per la letteratura. È un testo piacevole che tocca tematiche importanti e profonde non diventando mai “pesante”. È un affascinante viaggio nel mondo orrorifico che ha, però, il grande pregio di descrivere con accuratezza il periodo storico durante il quale si svolge la vicenda. Credo sia la lettura ottimale per invogliare le giovani generazioni a leggere e, soprattutto, per veicolare il messaggio che la buona letteratura non deve per forza essere “noiosa”.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?

Non sono un entusiasta dell'e-book, a me piace leggere libri cartacei. Mi sembra anche che, viste le ultime statistiche, il libro cartaceo non sia poi così in declino rispetto alle nuove frontiere tecnologiche.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Da che mi ricordi ho sempre nutrito una forte passione per la narrativa, in qualunque sua forma. Quando ero piccolo ero un divoratore di fiabe e, già alle scuole elementari, ero un forte lettore. Dopo aver letto molto ho sentito il desiderio di scrivere. In definitiva non so dire se si sia trattato di colpo di fulmine o di amore ponderato, arrivare a scrivere è stato semplicemente il coronamento di un processo che mi ha accompagnato per tutta la vita.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

La voglia di scrivere una storia assolutamente immaginaria calandola, però, in un contesto assolutamente realistico. I personaggi del mio romanzo, immaginari e assolutamente borderline, hanno però alcune caratteristiche che si ritrovano in molti loro coetanei reali; la più eclatante è la difficoltà nel trovare un impiego stabile e soddisfacente che li porta a provare un forte desiderio di rivalsa nei confronti di un mondo che non li comprende e che loro non comprendono. Nel mio libro le reazioni a tali sentimenti sono esasperate e assolutamente fuori dagli schemi; perciò ho voluto creare un intreccio orrorifico ed allucinato che prende spunto non solo da elementi sovrannaturali, ma che fosse ancorato alla realtà.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Vorrei comunicare che si deve reagire alle difficoltà tentando di tenere sempre i piedi per terra e che prendere scorciatoie per risolvere i propri problemi non porta mai ad una vera soluzione.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Come ho già detto ho sempre provato il desiderio di scrivere e ho sempre scritto storie. Questo è il mio primo romanzo ma non è la mia prima pubblicazione. Ho sempre scritto, fino dall'adolescenza.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

La scrittura dell'incipit è sempre un momento emozionante. Lo è stato anche in questo caso. Il momento in cui si scrive la prima parola di una storia mi fa sempre correre un brivido lungo la schiena. In quell'attimo si sente il fluire della forza creativa.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

Fino al momento in cui scrivo la parola FINE al fondo dell'ultima pagina non sono mai sicuro di riuscire a portare a termine il mio progetto. Le storie sono entità strane e a volte capricciose. Si affacciano alla mente e ti chiedono di seguirle, spesso il viaggio procede lesto e spedito sino alla conclusione, ma certe volte la storia ti abbandona, o tu abbandoni lei, e allora finisce tutto in un nulla di fatto.



10. Il suo autore del passato preferito?

Sono molti i nomi della letteratura del passato che hanno lasciato un segno indelebile nella mia vita di lettore: Arthur Conan Doyle, Algernon Blackwood, Eugene Sue o Bram Stoker. Però Joseph Sheridan le Fanu è un autore che mi ha molto influenzato. Le atmosfere gotiche che pervadono i suoi scritti sono estremamente affascinanti ed ha avuto il grande pregio di saper raccontare la paura non dovendo descrivere scene a tinte forti, ma, semplicemente giocando con le fobie insite in ognuno di noi. In “Carmilla”, la sua opera più famosa, il terrore è instillato nel lettore unicamente attraverso la tensione narrativa. Trovo che sia stato un grande della letteratura.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Ho accolto con entusiasmo l'ampliamento del catalogo degli audiolibri in lingua italiana. Fino a pochi anni addietro si trovavano solamente pochi titoli, mentre ora sta prendendo piede questo tipo di pubblicazione. Nutro una particolare affezione per l'audiolibro, mezzo di comunicazione che ho imparato ad apprezzare fin da piccolo poiché era l'unico modo che il mio nonno paterno aveva di accostarsi alla letteratura dopo che un disturbo oculistico lo aveva reso cieco.

 

 

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